La giornata si apre con la squillante voce di Fabio:
“Sveglia ragazzi!”.
Ci siamo così avviati a fare colazione, alcuni prendendosela
molto comoda, trovando per la prima volta in tutto il trekking una colazione
buffet....
Il programma per la giornata è stato stravolto: la Marmolada
è stata abbandonata per motivi tecnici e climatici, dunque è stata proposta
un’altra meta: la “Ferrata delle trincee”, per poi tornare nuovamente al rifugio “Pian dei Fiacconi”.
Fu così che una volta che la colazione fu finita e gli zaini
furono fatti, abbiamo preso la bidonvia per raggiungere il lago Fedaia e
incamminarci in seguito sul sentiero che ci avrebbe portato all’attacco della “Ferrata delle trincee”, antica via usata dai
soldati nella Grande Guerra per scopi militari.
Ecco la prima immagine del percorso attrezzato che ci
sarebbe toccato: una parete verticale, o quasi, con pioli quasi assenti, e una
donna che sbraitava con le lacrime agli occhi: “non ce la faccio! Ma perché!?”,
accompagnata da un simpatico signore che la incoraggiava con le confortevoli
parole: “taci! Silenzio! “non ce la faccio” non è una frase da alpinisti!”.
Ma a parte le prime impressioni, non ci sono stati problemi
seri per nessuno e il paesaggio che ci circondava era semplicemente
spettacolare: a sud si innalzava l’imponente ghiacciaio della Marmolada e dalla
parte opposta le propaggini meridionali del gruppo del Sella, camminando su
speroni rocciosi punteggiati da mille licheni e candide sassifraghe.
Purtroppo non è stato possibile completare il percorso e
osservare le trincee vere e proprie per motivi tempistici, forse anche a causa
dei rallentamenti causati dagli uomini davanti a noi, i signori ci accompagnavano con le urla disperate
dell’una e i rimproveri piuttosto accesi dell’altro.
Abbiamo così deciso di pranzare, dopo aver sentito il
predicozzo di Fabio alle persone che ci hanno preceduto, dicendo che non era
quello il modo di aiutare qualcuno e che se le sue difficoltà si notavano già
dall’inizio era più opportuno rinunciare, piuttosto che proseguire.
Il pomeriggio non è poi stato interessato da episodi
rilevanti, a parte la mela che ci è ruzzolata giù dal sentiero rimbalzando qua
e là come una pallina di ping pong.
Ci siamo così appostati al rifugio Pian de Fiacconi dopo
aver disceso il sentiero e preso la bidonvia.
Abbiamo concluso la
giornata mangiando gulash, polenta, o tortelli, giocando a calcio con
bottigliette d’acqua, o carte ed infine, tutti a dormire!
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